Nel decreto crescita è stata inserita una norma che prevede lo sconto del 50% per le spese di acquisto di climatizzatori, pompe di calore, stufe a pellets e simili.
L’articolo prevede che, a fronte della fattura per intero emessa dal professionista con tanto di Iva, il cliente paga la metà dell’importo della fattura mentre l’altra metà viene registrata dall’agenzia delle entrate andando a creare un credito di imposta da recuperare nei successivi cinque anni da parte del professionista che ha eseguito i lavori!
Questo peso, economico e finanziario, è impossibile da sostenere per gli artigiani e per le piccole e medie imprese che non possono lavorare con crediti virtuali da recuperare poi chissà quando nel tempo.
Alle aziende serve liquidità, serve incasso, servono i soldi per pagare i materiali, per pagare le spese correnti, per pagare gli operai, per pagare i contributi, per pagare l’Iva, per pagare i commercialisti, per pagare il gasolio.
Come va a finire? L’artigiano deve andare in banca e chiedere prestiti onerosi per sopperire alla mancanza di liquidità creata per far fare bella figura al governo con i cittadini? E a tutto vantaggio di chi? Se il Governo vuole incentivare le energie rinnovabili e proporre uno sconto immediato, deve essere lo Stato ad anticipare i soldi! Non possono essere utilizzare le piccole imprese come banca.
Ho voluto raccogliere tutte le numerose mail e le segnalazioni per l’ennesima scelta scellerata del governo.
Artigiani, aziende ed associazioni di categoria, letteralmente inferociti per questa ennesima scelta in politica economica del governo. Quanto previsto dall’art 10 del Decreto Crescita è emblematico perché il Governo chiede, di fatto, alle imprese di svolgere anche il ruolo di “finanziatori dei privati”.
Altro che flat tax. Aver appaltato a Di Maio la politica economica crea questi disastri, fatevene una ragione. Così non si può andare avanti.
L’art10 del DL Crescita va abrogato!