Nel 2018 sono stato eletto con la coalizione al 40%. A quattro anni di distanza, a Viterbo, abbiamo raggiunto e superato il 52%. Un dato inimmaginabile, ma sperato, che ci dà la misura di come abbiamo lavorato. E lo abbiamo fatto nel migliore dei modi”. Mauro Rotelli, eletto alla camera con Fratelli D’Italia nel collegio uninominale Lazio 2-Viterbo, non può che voltarsi indietro e guardare con soddisfazione all’impegno messo in questi anni.
“Un impegno e un lavoro costante che ci hanno permesso oggi di arrivare a questi numeri – commenta -, nei quindici giorni precedenti alle votazioni non si possono pubblicare sondaggi, ma venivamo da mesi in cui Fratelli d’Italia cresceva e da tempo ormai veniva dato come il primo partito del paese. Il voto ha confermato quanto auspicato”. Sia a livello nazionale che a livello locale. “Forse soprattutto a livello locale” sottolinea Rotelli.
La coalizione di centrodestra, a traino Fratelli d’Italia – che solo a Viterbo città sfonda il 40% -, ha fatto il pieno di voti nella Tuscia, attestandosi prima forza politica. Agli uninominali, i due esponenti di centrodestra vanno ben oltre il 50%: Mauro Rotelli (Camera FdI) raggiunge il 52,81%, Claudio Durigon (Senato – Lega) il 52,03%.
“Abbiamo cercato di mantenere la calma fino a che le schede non avessero parlato – spiega Rotelli -. Il risultato non è stato solo quello preventivato, ma è andato ben oltre. Specialmente sul nostro territorio, specialmente nei collegi del Lazio nord, dove siamo una decina di punti sopra al dato nazionale, sia alla camera che al senato”.
Risultati che non arrivano per caso. “Nel 2018 sono stato eletto con la coalizione al 40% – sottolinea -. Stavolta è chiaro che c’è stato qualcosa che ha funzionato molto bene sia a livello nazionale che locale. Siamo andati a raccogliere i voti al di fuori del nostro bacino della destra e del centrodestra. Questo – prosegue -, deriva dal fatto che la popolazione si è sentita rappresentata da noi e ci ha scelti. Perché il partito ha schierato viterbesi e questo ha permesso di andare oltre, di far sentire i territori rappresentati. Da questo momento abbiamo l’obbligo morale e il dovere di portare all’attenzione del parlamento le problematiche locali”.
Quindi, ora, testa al prossimo ottobre, con la formazione del governo. “Bisognerà aspettare i tempi tecnici. Quelli scanditi dalla Costituzione – ricorda -. Occorre aspettare il prossimo 13 ottobre, quando, così come fissato dal presidente della Repubblica, ci sarà una riunione del parlamento. Da lì verranno eletti i presidenti di camera e senato, poi dopo inizieranno le consultazioni e la formazione del governo”.
Dove è difficile non immaginare un ruolo. “Al di là delle questioni personali – conclude -, sono consapevole che avrò la possibilità di lavorare a stretto contatto con ministri, sottosegretari. Avrò la possibilità di lavorare con un governo amico, coeso e finalmente politico. Abbiamo l’obbligo morale e il dovere di coinvolgerli nelle questioni locali”.
Intervista a cura di Barbara Bianchi di Tusciaweb