Mauro Rotelli è candidato di Fratelli d’Italia all’uninominale della Camera in posizione eleggibile sul territorio. Dato non scontato, visto il taglio dei parlamentari. Questo è il suo già fatto e il da farsi, prima e dopo il 25 settembre. Nel 2018 «ho chiesto di andare in commissione trasporti – dice – per via delle infrastrutture carenti».
I frutti: trasversale inserita nell’elenco delle opere strategiche. «Per far capire a tutti quando fosse strategica portai l’intera commissione in Prefettura». Poi il pressing per l’alta velocità a Orte e il lavoro sul bonus idrico, «con la mia proposta bocciata finché la maggioranza non l’ha fatta propria: 21 milioni finiti in 5 giorni». E ancora lo scalo aeroportuale civile e il porto di Civitavecchia: «Ho portato il presidente dell’autorità a Viterbo facendolo incontrare a tutti: ora nel terminal crocieristico – continua Rotelli – c’è Viterbo in ogni salsa e le compagnie vendono tour sulla provincia».
Da quando è entrato in Parlamento sono emerse nuove criticità e problemi. Come il caro bollette. «Abbiamo incontrato tutte le associazioni di Viterbo e Civitavecchia: Confartigianato, Cna, Unindustria. Dobbiamo dare subito risorse alle aziende per non farle chiudere: i 14 miliardi del decreto aiuti ter non sono risolutivi. Ma questa situazione è anche frutto della speculazione, iniziata prima della guerra in Ucraina: va approcciata dall’Europa».
Cosa fare? «Le politiche europee hanno una programmazione di 7 anni, una parte dei fondi non riusciamo a spenderli e li riconsegniamo. Parliamo di 29 miliardi di euro: sarebbero da ritrattare per tenerli e risolvere questo tema. Ci sono linee del Pnrr che possono essere riviste perché non raggiungibili. Le imprese energivore hanno enormi problemi: artigiani ma anche il distretto di Civita Castellana rischiano di chiudere. Poi lo Stato deve pagare la cassa integrazione. Conviene aiutare e tenere in piedi la produzione». Infine il bonus 110. «Ci sono cassetti fiscali strapieni che nessuno sconta. Lo Stato ha creato degli esodati: tiri una riga e sani tutto. Poi va reso strutturale, magari mettendolo al 70-80 per cento».
Articolo del Ilmessaggero.it