Non sono per nulla scontati e trascurabili i risultati ottenuti dai Paesi firmatari della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici alla Cop29 di Baku, con l’obiettivo di contenere l’innalzamento delle temperature entro 1,5 gradi, per far fronte alla sfida del cambiamento climatico e ai suoi effetti soprattutto sui Paesi in via di sviluppo.
Era stata ribattezzata la Cop della finanza per il clima e così è stato, stabilendo target sì al di sotto delle iniziali richieste dei Paesi in via di sviluppo, ma coerenti con una progressiva volontà di far meglio e di più, testimoniati dai 300 miliardi annui dal 2035.
A tale riguardo, segnalo che è stata chiarita la struttura di tali risorse: non solo pubbliche e non destinate a un fondo, bensì anche private, purché finalizzate a specifici obiettivi di mitigazione e adattamento in favore dei paesi più vulnerabili.
Inoltre, l’attuazione dell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi è importante perché consente a ciascuno Stato promotore di progetti per la decarbonizzazione, come per la riforestazione possa contribuire ai propri target di riduzione, generando anche a livello internazionale uno scacchiere delle emissioni.
Infine, in un contesto in cui molti avevano già iniziato ad intonare il de profundis di questa Cop29, desidero esprimere un apprezzamento per il lavoro svolto dalla premier Meloni e dal ministro Pichetto, il cui impegno è stato in primis testimoniato dalla loro presenza sino alle battute finali della Conferenza, e dalla capacità di portare a casa un risultato che considero punto di partenza per Belem e le successive Cop.
Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della camera dei deputati